Sammy Price: Il pianista texano che portò il boogie-woogie nello swing

Nato il 6 ottobre 1908 a Honey Grove, Texas, Samuel Blythe “Sammy” Price è una figura chiave nella storia del pianismo jazz e blues del XX secolo. La sua carriera, sviluppata tra le sale da ballo del Sud e i club di New York, attraversa le trasformazioni culturali e sociali dell’America nera del Novecento, dal segregazionismo agli anni del movimento per i diritti civili.

Le origini: Texas e gospel

Cresciuto in un contesto rurale, Sammy Price iniziò a suonare il pianoforte accompagnando cori gospel e gruppi blues nei piccoli centri del Texas orientale. Le sue prime influenze provenivano dai pianisti itineranti di barrelhouse, che univano ritmo e virtuosismo per intrattenere le comunità afroamericane del Sud.

Negli anni ’20, il giovane Price divenne rapidamente un musicista richiesto nelle dance band regionali, distinguendosi per la capacità di fondere la spontaneità del blues con la precisione ritmica dello swing nascente.

Wilbur De Paris, Sammy Price , Sidney De Paris , 
Eddie Barefield e Charlie Traeger, Jimmy Ryan’s (Club), New York – William P. Gottlieb –
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L’approdo a New York e la Decca Records

Nel 1939, Price si trasferì a New York City, dove venne assunto come pianista e direttore musicale per la Decca Records. In quegli anni, la Decca era una delle principali etichette del jazz commerciale e Price ebbe l’occasione di collaborare con Sister Rosetta Tharpe, Trixie Smith, Big Joe Turner e Lilian “Lil” Green, contribuendo alla diffusione di un sound a metà tra gospel, blues e swing.

Parallelamente fondò i suoi Texas Bluesicians, un ensemble che univa il calore del Sud con l’energia urbana. Le incisioni di questo periodo — come Rib Joint e Blue Rhythm Stomp — rappresentano un perfetto equilibrio tra la potenza ritmica del jump-blues e la raffinatezza armonica dello swing orchestrale.

Il disco King Of Boogie Woogie di Sammy Price, pubblicato nel maggio 2025 dall’etichetta danese Storyville Records, è un omaggio vibrante al boogie-woogie e alla tradizione jazzistica che Price ha incarnato per decenni. Accompagnato da Arvell Shaw al contrabbasso e Panama Francis alla batteria, Price intreccia con maestria standard jazz, blues malinconici e brani originali, alternando momenti energici e danzanti a riflessioni più intime. La tracklist include dodici brani, tra cui “The King Of Boogie” in due parti, “Making Whoopee”, “St. James Infirmary” e “Boogie Woogie French Style”, che suggerisce un omaggio alla scena jazz europea. Il brano “Bass and Piano Talking” mette in evidenza il dialogo musicale tra Price e Shaw, mentre “Trouble In Mind”, breve e intensa, chiude l’album con una nota emotiva. Disponibile in formato digitale su Bandcamp, l’album si distingue per la sua coerenza stilistica e la capacità di evocare atmosfere diverse, dal club swing alla malinconia del blues. King Of Boogie Woogie non è solo una raccolta di brani, ma una dichiarazione d’identità musicale, dove il pianoforte di Price diventa voce narrante di una tradizione viva e pulsante. Se vuoi, posso aiutarti a costruire un ascolto guidato o un esercizio didattico attorno a questo disco, integrando analisi ritmica, storica e performativa.

Europa e impegno civile

Negli anni ’50 e ’60, Sammy Price divenne una presenza regolare nei festival europei di jazz, trovando in Francia e Germania un pubblico entusiasta. Lì registrò numerosi dischi per etichette come Vogue e Black & Blue, affermandosi come custode della tradizione boogie-woogie.

Ma Price non fu solo un musicista: partecipò a iniziative per i diritti civili, utilizzando la musica come strumento di dialogo e affermazione identitaria. La sua voce, pacata ma determinata, risuonò in numerosi eventi dedicati all’integrazione e alla memoria della cultura afroamericana.

Stile e poetica musicale

Il pianismo di Price è caratterizzato da un groove costante, bassi pulsanti e una mano destra che alterna fraseggi sincopati a melodie bluesy di grande espressività. La sua capacità di “raccontare” il blues senza mai perdere il sorriso lo rese una figura amata anche fuori dagli Stati Uniti.

Più che un virtuoso, Price fu un artigiano del ritmo, un costruttore di atmosfere danzanti e conviviali che anticiparono l’energia del rock’n’roll e del rhythm & blues.

L’eredità

Fino agli anni ’80, Sammy Price continuò a esibirsi nei club di Harlem e nei circuiti europei, mantenendo intatta la sua vitalità artistica. Morì a New York nel 1992, lasciando dietro di sé una discografia ampia e coerente, oggi riscoperta da musicologi e piattaforme come Stingray DJAZZ e JazzTimes, che ne celebrano la centralità nel passaggio dal blues al jazz moderno.

La sua musica resta una testimonianza viva della forza culturale afroamericana: una voce che unisce spiritualità e ritmo.

Discografia essenziale

  • Rib Joint (Decca, 1941)
  • The Bluesicians (Black & Blue, 1969)
  • Sammy Price and His Texas Bluesicians – Live in Paris (Vogue, 1975)
  • Boogie-Woogie Duo (con Roosevelt Sykes, 1980)

Fonti e riferimenti

  • Stingray DJAZZ – Jazz Birthdays, ottobre 2024.
  • JazzTimes Magazine, “Jazz Birthdays for Sept. 30–Oct. 6”, archivio 2023.
  • John Chilton, Who’s Who of Jazz, Da Capo Press, New York, 1985.
  • The New Grove Dictionary of Jazz, Oxford University Press, 2002.
  • The Penguin Guide to Jazz Recordings, 9ª edizione, Penguin Books, 2008.
  • 2MBS Fine Music Sydney – October Jazz Birthdays, 2024.
  • Intervista radiofonica a Sammy Price, “Jazz à la Villette”, ORTF Parigi, 1976.

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